Abbiamo più volte ribadito che il concetto di visione, è un insieme di elementi che insieme ci permettono non solo di vedere ma anche di percepire l’ambiente che ci circonda.
Le informazioni visive diventano significato: riconosciamo forme, lettere e numeri e questi processi avvengono grazie a delle informazioni che ci arrivano già nei primi mesi di vita.
I bambini riconoscono gli oggetti, imitano le smorfie e diventano poi in grado di riprodurre ciò che vedono.
Ovviamente queste competenze descritte in questo modo semplificativo, sono dovute a delle connessioni sempre più complesse fra le aree celebrali.
“Dai 2-3 mesi si iniziano ad attivare due network visivi: la via ventrale (che permette il riconoscimento di forme, volti, oggetti, ambienti) e una via dorsale (deputata all’organizzazione e comprensione del movimento). Man mano che il bambino cresce, negli anni queste due vie si collegano ad altre aree corticali celebrali, permettendo la maturazione dell’ATTENZIONE, delle abilità COGNITIVE e DELLE FUNZIONI ESECUTIVE che poi sono le competenze che vengono valutate nel DSA. Se nel percorso della vita viene compromessa la progressiva attivazione tra le diverse aree celebrali coinvolte, le competenze del bambino non raggiungono il livello atteso”.
I MOVIMENTI OCULARI giocano un ruolo molto importante perchè permettono di eseguire una rapida esplorazione per l’identificazione di oggetto, e una lenta e sistematica che ci aiuta a distinguere due oggetti simili fra loro, individuando la più piccola differenza. Inoltre sono importanti anche. per il controllo del tratto grafico. Proprio per valutare la possibile relazione fra movimenti oculari e DSA, si stanno effettuando vari studi al Polo Nazionale dell’ipovisione del Gemelli di Roma. Viene eseguita una valutazione ortottica che valuta la velocità dell’inseguimento visivo, la qualità delle saccadi e dell’arrampicamento, capacità di esplorazione visuospaziale e l’integrazione visuomotoria. Sulla base dei risultati, vengono proposti ai bambini/e esercizi per il movimento degli occhi e per il corpo, in modo da aiutarli a correggere i movimenti oculari e la percezione spaziale, proprio per migliorare i movimenti del corpo nello spazio.
L’esito di questi studi ha permesso di stabilire un miglioramento (almeno nel breve periodo) di attenzione, comprensione del movimento e delle immagini. Pertanto seppure sarà necessario aumentare il numero dei dati registrati per trarre le considerazioni, è gia possibile affermare che nei pazienti esaminati, si è osservato un miglioramento delle capacità di apprendimento dopo gli esercizi ortottici riabilitativi.
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